LA POLITICA

magazine di attualità, viaggi, motori...

L'editoriale di Stefano de Luca

Il ritorno del vecchio leone

Il vecchio leone è tornato a ruggire. Anche se la nuova condizione di affidato ai servizi sociali ha reso l’esordio a Porta a Porta prudente, principalmente sui temi della giustizia, Berlusconi ha poi ritrovato tutta la sua grinta.
L’ex cavaliere sapeva bene che, dopo un anno di assenza, a tale opportunità televisiva, era affidata gran parte della difficile scommessa per contenere  Renzi, che muove alla conquista di una parte consistente dell’elettorato moderato. Quest’ultimo ne ha adottato le tecniche comunicative, anche se con modalità più adatte al linguaggio della generazione più giovane.
La performance ha dimostrato come un pur appesantito peso massimo sia in grado di tenere a bada un giovane e scattante peso gallo. Il primo indiscutibile punto lo ha segnato grazie all’impeccabile doppiopetto blu di gran taglio, rispetto alle maniche di camicia con cui si era presentato a twittare  il suo giovane contendente, in contrasto palese con l’eleganza della sala stampa di Palazzo Chigi. 
Senza tuttavia smentire l’accordo, evidentemente tutto da rinegoziare, Berlusconi ha di fatto affondato le riforme costituzionali,  definendo “non votabile” la modifica del Senato, i cui termini non sarebbero mai stati precisati nel dettaglio, mentre ha affermato che l’Italicum andrebbe rivisto, perché autorevoli studiosi, di recente, lo avrebbero definito incostituzionale, in considerazione del nuovo schema monocamerale. 
Sul terreno dei provvedimenti legislativi, si è dimostrato un oppositore determinato ed ha messo al tappeto il suo giovane successore, qualificando gli 80 Euro di riduzione IRPEF come una mancia elettorale con coperture molto dubbie e facendo rilevare che, se fosse stata decisa da lui, avrebbe suscitato una rivolta. Inoltre ha aggiunto che, per alcuni milioni di lavoratori dipendenti, tale somma rappresenta, si, una sorta di quattordicesima, come la definisce lo stesso Renzi, ma, in compenso, le nuove tasse imposte dal Governo assorbiranno, per tutti, l’intera tredicesima.
In una Seconda Repubblica basata sul leaderismo, che ormai si è consegnata a tre comici, uno, Grillo, di professione e gli altri due, altrettanto, Berlusconi è apparso come un Tognazzi, un Gasman o un Walter Chiari, rispetto al capo del M5S, che deve ricorrere per farsi ascoltare alla volgarità, o a Renzi, che somiglia ad uno di quei nuovi comici, che invadono ogni sera i teleschermi e che hanno bisogno del gesto forzato o all’espressione dialettale sguaiata per strappare l’applauso.
Ai giornalisti che avrebbero dovuto incalzarlo, ha lasciato un ruolo marginale,  grazie al ritmo torrenziale, che ha saputo imporre. Il nuovo direttore dell’Unità, Luca Landò, è stato zittito con l’accusa di dire falsità quando ha tentato una ricostruzione  dell’assemblea del Giornale, del quale all’epoca era redattore, che segnò la rottura tra Berlusconi e  Montanelli. 

Leggi tutto...

 

Transworld logoKuoniMarenews logoSeanet Logo

Questo sito utilizza i cookie anche di terze parti per il funzionamento del sito e per raccogliere dati anonimi sulla navigazione.

Accettando o scorrendo la pagina, acconsenti all'uso dei cookie.