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Mandare via Camporese per la salvezza dell’Inpgi

La salvezza dell’Inpgi parte dalla cacciata di Andrea Camporese, il primo presidente dell’istituto di previdenza dei giornalisti italiani che sta nuocendo alla situazione finanziaria. Vorrebbe tagliare le pensioni, ma non pensa minimamente di diminuirsi il suo più che lauto compenso 

 

Camporese FNSIUna cosa è certa. Se vogliamo salvare l’Inpgi, la prima cosa è allontanare questo signore, Andrea Camporese, dall’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, “Giovanni Amendola”. Installato da troppi anni alla guida dell’Istituto, adesso per il bene di tutti è meglio che vada via. I mali che ha prodotto sono tanti, troppi. E, comunque, per dirla con Machiavelli, basta guardare i risultati per capire se la sua azione è stata utile. Ma il risultato attuale dell’Inpgi è peggiore di quello che c’era quando Camporese è diventato presidente: vuol dire che ha fallito. E credo che la sua guida sia proprio fallimentare. E’ riuscito a portare il nostro Istituto da una situazione florida a una piuttosto precaria. E, guarda caso, cosa si inventa per risanare la situazione: tartassare i pensionati, ma non pensa minimamente di diminuire, almeno del 50%, considerata l’entità, il suo appannaggio, che, tra l’altro, comprende misteriosi emolumenti riguardanti l’eventuale carriera che lui avrebbe perso. Come se fosse certo che avrebbe fatto carriera. Ma noi lo stiamo pagando, e molto bene, per farci rovinare l’Istituto. A parte il fatto che è illegittimo ridurre le pensioni con un suo atto, questo signore non ha la minima idea di come si amministra qualcosa. Non so se il suo bilancio personale lo amministra allo stesso modo. Si sente onnipotente, tanto da non rispondere alle lettere che gli ho inviato, anche per avere un’intervista, e farlo replicare, se ha qualcosa da dire a sua discolpa. Fatto è che non riesce a capire che questa tassazione oltre a essere illegale non servirebbe a risanare l’Inpgi. Ci vuole ben altro. Ma il primo punto per risanare l’Inpgi è sempre lo stesso: cacciarlo, considerato che non ha pensato minimamente di dimettersi. Ma, per fortuna, è quasi finita la sua presidenza, augurandoci che non combini qualcos’altro prima di doversene andare ai primi dell’anno prossimo. E’ riuscito anche a fare parlare dell’Istituto, ma non certo in bene. Siamo finiti in cronaca ma non certo in modo lusinghiero.

INPGIOra la sua ultima proposta è relegata in una riforma del nostro ente. Una riforma che non a caso ha fatto di nascosto, fuori dalle indicazioni dello statuto. E già, lui si sente un personaggio fuori dal comune, nonostante le accuse capitategli addosso. La riforma, comunque, deve avere l’approvazione di due ministeri e già il rappresentante di uno di questi ha detto chiaramente che le idee proposte da Camporese appaiono contrarie alla Costituzione.

La riforma, che sta suscitando tante e forti reazioni, presenta tanti aspetti oscuri, da rivedere. Ma ce n’è uno con cui lottare con tutte le forze: il taglio delle pensioni. Questo punto, palesemente di non manifesta fondatezza costituzionale, è un fatto che non ha precedenti. Ci sono anche sentenze della Cassazione al riguardo, ma Camporese sa tutto e quindi…Certi temi, lo sanno tutti, tranne Camporese, spettano al legislatore, ma questo fortunato presidente, che evidentemente si sente al di sopra di tutto, anche della legge, si considera un legislatore. E, così, legifera. A nostro discapito, non certo suo. Forse, gli piace angosciare i pensionati, ma non per questo può continuare a rovinare le persone. Non ricordo bene chi l’abbia votato per raggiungere lo scranno a lui tanto caro, ma è certo che chi ha contribuito alla sua elezione a presidente o si è pentito o lo farà presto.

Molti colleghi si sono già mossi per contestare quello che intende fare e il modo in cui sta cercando di realizzarlo.

Altrettanti hanno chiesto all’Inpgi di rispettare la sentenza della Consulta che abroga, ripeto abroga, quella parte riguardante le pensioni della cosiddetta Legge Fornero, altro esempio di nobiltà italiana. Ma la sola risposta di Camporese è stata una lettera ciclostilata, preparata per quanti abbiano chiesto il dovuto. Situazione, questa, che porterà una marea di cause, purtroppo, all’Inpgi e non a Camporese. Quindi, tanti soldi che l’Istituto dovrà tirar fuori perché abbiamo un presidente che non capisce le cose. Preferisce fare come fa Renzi che parla, parla, parla… ma risultati non ce ne sono. Ieri, a Rimini, Renzi ha detto che sono venti anni che c’è il problema delle riforme e del Mediterraneo. Credo abbia fatto un altro errore perché sono almeno ventuno e mezzo, dal momento che è un anno e mezzo che sentiamo le sue promesse non mantenute in cui si parla solo di un’Italia che è un grande Paese, che deve decollare e che deve tornare ai suoi fasti. E che ora ripartirà: non si sa verso dove con lui. Ma non certo con le sue parole, cui non sono mai seguiti fatti, che l’Italia ha speranze. Le parole non bastano, servono i fatti. Ma i fatti parlano finora solo di tasse, di promesse di diminuirle, mentre toglie i soldi ai pensionati. Come può pensare di diminuire le tasse nei prossimi anni se continua a derubare i pensionati. Del resto, il Presidente del consiglio dei ministri si è permesso di legiferare su una sentenza della Corte Costituzionale per cercare di imbrogliare la gente, o meglio, in questo caso, i pensionati. Le sentenze della Corte vanno solo applicate dal giorno dopo la pubblicazione, mentre certe leggi sono automaticamente abrogate. Che importa chi ha legiferato prima, Monti e Fornero, due veri avvoltoi, che hanno derubato non solo  i pensionati.

E così Camporese cerca di derubare i pensionati dell’Inpgi. Sì, perché quello che ha in mente è un vero e proprio furto. Ma non credo che gli iscritti all’Istituto glielo permetteranno. Forse, non servirà neanche la via legale. Saranno i due ministeri vigilanti a fermare la sua folle corsa.

 

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